1. I Sassi di Matera

Parola d’ordine: Perdersi nei vicoli!
Dimeticatevi dell’orologio, lasciate a casa lo stress e regalatevi un tuffo nel passato. Fatevi avvolgere dal calore che si respira e lasciatevi cullare dal profumo degli aromi che sapranno sapientemente raccontarvi la vita di un tempo. Socchiudete gli occhi e vi sembrerà di sentire in lontananza il rumore delle gosse ruote dei carri trainati dagli asini e il passo lento e stanco dei contadini che tornano a casa. Sorridete ai bambini che corrono felici per le viuzze e si divertono con giochi che nessuno conosce..ma che ci affascinano ogni volta che ce li raccontano. Alzate lo sguardo e ancora oggi potrete osservare i panni stesi tra una casa e l’altra come simbolo di quel vicinato che un tempo univa le famiglie e regalava quel legame che ha reso forte una popolazione che, proprio nei Sassi, ha vissuto uno dei periodi peggiori della civiltà. Tutti conosciamo la storia di Matera che oggi guarda ridente al futuro senza dimenticarsi di essere stata etichettata come “la vergogna del’Italia”. Un brutto anatroccolo che ha saputo aspettare e oggi è ammirato come il più bel cigno mai esistito.


2. La Cattedrale

Finalmente sei ritornata.
Erano ormai tredici lunghissimi anni che non vedevamo la tua bellezza. Da quando, nel 2003, due navate non hanno retto il peso del tempo e sono crollate. Finalmente il tuo rosone a 16 raggi, simbolo della ruota della vita, è tornato a risplendere e a guardare con aria benevola il Sasso Barisano. I dettagli e lo stupore lo lasciamo al turista, all’ospite e a tutte le persone che vorranno visitare il grande duomo, simbolo della città.


3. La Casa Grotta

L’umiltà di una famiglia e i grandi valori umani.
La semplicità di un’abitazione tipica materana abitata fino al 1957 (la trovate in Vico solitario) inviata a pensare alle difficoltà di una vità fatta di piccole e semplici cose. Non c’era spazio per il superfluo e la quotidianeità si viveva in un’unica stanza di 11 persone e con animali nelle stanze adiacenti. Un unico piatto, un tavolo al centro e il grande letto fatto con le foglie di granturco rappresentavano la “ricchezza” della famiglia che giorno per giorno andava avanti in un ambiente poco salubre e che ha regalato a Matera quel triste primato del dopoguerra.


4. La cripta del peccato originale

Che splendore!
Sei stata definita la Cappella Sistina della pittura parietale rupestre e sei conosciuta dalla popolazione materana come la Grotta dei Cento Santi. Sulla parete di fondo sono illustrate alcune scene bibliche relative alla Genesi(Dio Padre Creatore, la Luce, le Tenebre, la creazione di Adamo, la nascita di Eva, la tentazione e il Peccato Originale) mentre nelle tre conche absidali sono raffigurati gli Apostoli, gli Arcangeli e la Vergine. Ignoto l’autore delle straordinarie opere figurative, ricordato semplicemente come il Pittore dei Fiori di Matera per la presenza nella parte inferiore degli affreschi di numerosissimi fiori con i petali rossi


Il centro cittadino

Il centro città, mix tra antico e moderno.
Passeggiando per Piazza Vittorio Veneto ci si accorge dell’unione di civiltà antiche e moderne. Negozi, fontane ed eventi in superficie si contrappongono alla città sotterranea fatta di archi, grotte, chiese rupestri e cave di tufo. Potremmo spendere fiumi di parole ma non vogliamo svelarvi tutto ora. Venite a trovarci.


5. Il Palombaro Lungo

“Plumbarius”, cosa vorrà dire.
Parola latina usata per indicare coloro che rivestivano di piombo le condutture degli acquedotti e, più in generale, qualunque cosa avesse a che fare con i lavori idraulici. Il percorso di 17 metri sotterranei sarà una passeggiata suggestiva nella pancia della città. Cosa aspettate? Non possiamo dirvi tutto ora…


6. La festa della Bruna

Il 2 luglio! Il giorno più lungo dei materani.
Provate a chiedere ad un qualsiasi cittadino di Matera : ” Cosa succede il 2 Luglio a Matera?” Oltre a guardarvi con un’aria un pò stupita -perchè non è possibile che ci sia ancora qualcuno al mondo all’oscuro di tutto ciò – vi risponderà che il 2 luglio a Matera succede “u macidd” (il caos- tradotto) e lo associerà alla devozione per la protettrice della città” Maria Santissima della Bruna”, alla processione dei pastori e “allo strazzo del Carro”. Troppo riduttivo sintetizzare in 3 parole l’emozione, l’attesa e il calore che caratterizza il giorno più lungo del materano che già dalla mezzanotte del 2 luglio stesso ricomincia con l’attesa pronunciando ” a moghj a moghj all’ann c ven”. La traduzione? Chiedetela voi..